Francesco Redi (1626-1698)

Medaglista: Massimiliano Soldani (1656-1740) – Datazione: 1684

D.: FRANCISCVS. REDI. PATRITIVS. ARETINVS.

Busto a destra con lunghi capelli riccioluti e mantello drappeggiato.

Sotto la troncatura del busto: M. SOLD. 1684

Francesco Redi fu un illustre biologo, naturalista e sperimentatore. In qualità di medico è ricordato per i suoi fondamentali studi di parassitologia e divenne il primo medico di corte di Ferdinando II e di Cosimo III. Si laureò anche in filosofia e amante degli studi linguistici raccolse una ricca biblioteca, che alla sua morte fu unita alla Laurenziana. Fu membro dell’Accademia della Crusca e poeta.

R.: Bacco incedente con una coppa nella mano destra e un tirso nella sinistra con accanto Arianna, che gli poggia una mano sulla spalla; a destra Sileno in groppa a un asino; intorno, satiri e menadi che bevono, danzano e suonano. All’esergo: CANEBAM (Cantavo).

Il riferimento della raffigurazione e del motto è alla composizione di Redi Bacco in Toscana, con cui egli appunto cantava il dio del vino e, soprattutto, la bevanda stessa come fonte di gioia e vitalità. La medaglia, commissionata dal granduca Cosimo III, è considerata una delle più belle medaglie del barocco fiorentino.

Connessioni: Il vino come elemento della sacralità, connesso alla sua divinità tutelare, Bacco, è un’offerta ricorrente nelle sepolture d’età romana, come documentano le numerose olpi, contenitori per il servizio della bevanda. L’idea sottesa a questo dono funerario è proprio quella che Redi cantava nei suoi versi, ossia che il vino è fonte di vitalità e allegrezza. Se dell’uve il sangue amabile / Non rinfranca ognor le vene / Questa vita è troppo labile, / Troppo breve, e sempre in pene (dal suo Bacco in Toscana).

Le connessioni con la cultura classica sono inoltre ben presenti nell’iconografia proposta per la scena, dal Bacco incedente con il tirso, a Sileno in groppa all’asino, al concitato corteo che li accompagna.