Al Museo Archeologico mergozzese i visitatori sono accolti, oltre che con nuove modalità di distanziamento richieste dall’emergenza sanitaria, anche con una sorpresa. Viene infatti proposta un’esposizione di antichi candelieri dal XIV al XIX secolo, che conta su oltre cento esemplari.
Il tema è illustrato nella visita virtuale che potete fare anche da qui
La mostra, curata da Bruno Rossi, racconta la storia ultramillenaria della candela e dei candelieri in esposizione, che nelle loro linee evolutive rispecchiano l’evolversi dei gusti e delle mode nel corso di sei secoli. Prevalentemente realizzati in ottone, che lucidato si presenta di un bel giallo brillante, i candelieri venivano ottenuti con la complessa tecnica della fusione a cera persa, che ne rendeva il costo elevato. Essi erano dunque prerogativa delle classi più abbienti, mentre le più povere optavano per rudimentali supporti di legno o di peltro o soluzioni di fortuna. Candele e candelieri videro gradualmente scemare il loro impiego dagli inizi del XIX secolo, con l’affermarsi delle lampade a olio e a petrolio.
I candelieri sono accompagnati anche da alcuni accessori ad essi legati, gli smoccolatoi, speciali forbici per tagliare lo stoppino e ripulirlo dalla cera, e gli spegnitoi, per spegnere le candele. Un cenno meritano inoltre le raffigurazioni artistiche di candelieri.
La mostra sarà visitabile fino al 31 agosto negli orari di apertura, ovvero nei mesi di maggio e giugno sabato e domenica dalle 14 alle 19, nei mesi di luglio e agosto tutti i giorni negli stessi orari.
L’iniziativa rientra nella rassegna “La pietra racconta” 2020, realizzata in collaborazione tra Comune di Baveno, Comune di Mergozzo e GAM, cui Fondazione Comunitaria del VCO dà il proprio contributo.