La chiesa romanica di Bracchio è dedicata alla Natività della Vergine Maria e a Sant’Anna. Oggi è la cappella cimiteriale della frazione ma, prima della costruzione della chiesa di San Carlo nel centro del piccolo borgo, ospitava le funzioni religiose principali.
La chiesa è probabilmente una delle cappelle dipendenti dalla pieve di Mergozzo citate nella bolla di papa Innocenzo II del 1132.
Nel territorio di Bracchio, inoltre, nel corso del XIII secolo molti beni vennero acquisiti dal monastero di San Salvatore ad Arona, oggi conosciuto come monastero dei Santi Felino e Gratiniano. Proprio in un elenco di affitti spettanti al monastero che risale al 1262 si citano terre in località Bragno, ossia Bracchio.
Ad oggi non sono conosciute citazioni della chiesa della Natività di Maria anteriori alle relazioni delle Visite Pastorali dei vescovi novaresi di età moderna.
ARCHITETTURA ROMANICA
La chiesa di Bracchio presenta oggi un impianto a navata unica absidata; sul lato settentrionale due porte distinte conducono alla sacrestia e al campanile. Anche in origine la piccola chiesa doveva avere una sola navata, conclusa dall’abside semicircolare, ma più corta di quella attuale. Purtroppo, gran parte dell’edificio è intonacata e questo rende difficoltosa un’analisi accurata e uniforme della muratura. All’età romanica si possono ricondurre la torre campanaria, l’abside e una parte del perimetrale meridionale della chiesa.
Fase I (prima metà XI secolo): il campanile è la costruzione più antica dell’intero complesso. Ha pianta quadrata e costituisce una struttura indipendente rispetto alla chiesa, alla quale è collegato da uno stretto corridoio. La torre campanaria si eleva su quattro piani, scanditi su ogni lato da tre semplici specchiature, concluse da archetti pensili binati, e da una bifora cigliata spartita da una colonnina con capitello a stampella. L’altezza delle specchiature va riducendosi verso l’alto. Al secondo livello si può ancora notare un’apertura quadrangolare entro la specchiatura mentre al terzo livello era presente una monofora successivamente murata. Oggi il campanile è totalmente intonacato, ma le fotografie antecedenti la campagna di restauro mostrano una muratura realizzata con materiale frammentario ed irregolare, ad eccezione dell’impiego di blocchi più grossi e meglio sbozzati per i cantonali. La somiglianza con la torre campanaria di San Pietro di Trobaso e la tessitura muraria ancora non uniforme permettono di datare il campanile di Bracchio alla prima metà dell’XI secolo.
Fase II (metà XII secolo): ad un momento decisamente successivo sono riconducibili l’abside e la porzione più orientale del perimetrale meridionale. Nonostante l’inserimento di numerose lapidi funerarie, il paramento absidale si conserva oggi quasi integro. Abside e muro perimetrale sono solidali tra loro e appartengono alla medesima fase costruttiva.
La muratura dell’abside è costituita da conci ben lavorati di dimensioni medio-grandi, apparecchiati in corsi orizzontali con l’inserimento di piccole zeppe in laterizio. Spesso i blocchi sono posizionati in fasce alternate di piatto e di taglio. L’emiciclo absidale è tripartito da piatte lesene con sezione rettangolare, decorate da archetti pensili in gruppi di quattro. Gli archetti hanno un profilo ad arco molto ribassato e sono costruiti attraverso l’accostamento di piccoli blocchi trapezoidali prevalentemente in pietra calcarea d’Angera di colore chiaro. I peducci, scolpiti sia in granito sia in pietra d’Angera, hanno forma semplice a mensolina. Possiamo notare un’ulteriore accortezza cromatica: in alcuni punti, intorno agli archetti pensili si è conservata una porzione di intonaco decorata con una linea color mattone, proprio a voler simulare una decorazione laterizia. Delle tre monofore absidali, la meglio conservata è quella di sinistra. Ha profilo archivoltato e in origine doveva essere strombata.
La muratura romanica della navata è molto simile a quella absidale ma non presenta inserti laterizi. Il perimetrale è diviso da una lesena in due ampie specchiature, entrambe concluse da una frangia di sette archetti pensili del tutto analoghi a quelli dell’abside. Tre peducci della frangia decorativa di navata hanno una decorazione con testine umane. Purtroppo, nulla si sa della facciata originale dell’edificio che venne smontata in occasione di un successivo allungamento della navata.
La tessitura muraria e i confronti con le altre chiese della zona consentono di datare l’abside e il perimetrale sud della chiesa di Bracchio alla metà del XII secolo. Possiamo quindi ipotizzare che esistesse un edificio religioso più antico, del quale rimane solo la torre campanaria, che venne integralmente ricostruito intorno al 1150.