Una piccola mostra di materiale archeologico del territorio di Mergozzo, allestita nell’estate del 1969, fu motivo di incontro per un gruppo di appassionati delle più antiche testimonianze storiche del paese.
Si costituì così, sotto forma di comitato, il Gruppo Archeologico di Mergozzo (G.A.M.) che, nell’antica Casa del Predicatore concessa dalla Parrocchia, cominciò a raccogliere in custodia conservativa il materiale archeologico che fu possibile reperire presso vari privati che ne erano in possesso o emerso dagli scavi condotti negli anni a Mergozzo ed in altre località provinciali.
Divenuta inadeguata la sede originaria, grazie all’intervento del Comune di Mergozzo e della Regione Piemonte, con il coordinamento della Soprintendenza ai Beni Archeologici del Piemonte, a partire dal 2003 i materiali sono stati trasferiti in una nuova e più moderna sede, rispondente agli attuali criteri di sicurezza ed accessibilità, inaugurata nel settembre 2004 ed arricchita nel 2018, con il contributo di Fondazione Comunitaria del VCO, di ulteriori reperti e postazioni multisensoriali e multimediali.
Il Museo è collocata nel settecentesco palazzo Tamini, casa paterna del medico e benefattore Luigi Tamini che la donò al Comune nel 1874, affinché ospitasse le scuole elementari di ambo i sessi, l’abitazione degli insegnanti e la sala consiliare, a condizione che vi fosse istituita anche “una scuola di disegno tecnico pratico atta a dotare il paese di buoni operai scalpellini, fabbri ferrai, falegnami”, scuola che sempre sostenne con donazioni in denaro. La scuola di disegno fu attiva con fortune alterne fino agli anni Cinquanta del Novecento. In seguito l’edificio, divenuto insufficiente ad ospitare scuole e uffici comunali, venne destinato ad alloggi in affitto, ospitò l’ambulatorio del medico condotto e l’ufficio postale, per arrivare fino al 2002 quando, avviata l’opera di restauro, il palazzo è divenuto sede del rinnovato Civico Museo Archeologico di Mergozzo, tornando ad assumere pienamente quella funzione pubblica e culturale che fu voluta dal donatore alla fine dell’Ottocento.Il Museo si sviluppa oggi su tre piani, ospitando al piano terreno il punto di accoglienza e una piccola aula didattica, al primo piano la sezione alla preistoria e protostoria e al terzo l’età romana e altomedievale.