Gennaio 3, 2021

S. Maurizio – Gravellona Toce

STORIA

La chiesa di San Maurizio si colloca nell’odierno comune di Gravellona Toce, alla convergenza dei fiumi Strona e Toce e all’imbocco della Val d’Ossola, lungo la via del Sempione aperta in età napoleonica. La rilevanza del sito si comprende bene se messa in relazione con il contesto geografico: Gravellona si colloca in un punto di snodo e di passaggio obbligato di persone e merci. In epoca medievale la chiesa di San Maurizio dipendeva dalla pieve di Omegna.
1023: prima menzione della chiesa di San Maurizio. In un documento di donazione si attesta la cessione al Monastero dei SS. Felino e Gratiniano di Arona, da parte dei conti Riccardo e Anselda, di tre parti dei loro possessi in loco et fundo Cerro, con tre parti del castrum e la chiesa di S. Maurizio. Sulla base di questo documento, è stata ipotizzata in quest’area la collocazione del castrum Cerri per il quale la chiesa di San Maurizio doveva svolgere il ruolo di cappella castrense. Il ritrovamento di resti architettonici tuttora visibili, tra i quali una massiccia porzione di muro con interno a sacco e paramento in blocchi squadrati, sembra confermare questa ipotesi.
1025: l’imperatore Corrado II il Salico dona la quarta parte della corte di Cerro al vescovo Pietro III di Novara.
30 luglio 1152: l’imperatore Federico II Barbarossa conferma ai conti Da Castello il castrum di Cerro, con il suo mercato e le tasse ad esso connesse, la gestione economica e commerciale dei traffici sul fiume Toce e sui fiumi che discendono dalla Val d’Ossola, compreso il fiume Strona, nonché tutti gli onori connessi al possesso della corte di Cerro.
1310: distruzione del borgo di Cerro ad opera dei ghibellini durante le lotte tra le fazioni del Comune di Novara. Alla distruzione seguì negli Statuti di Novara il divieto di ricostruire il borgo e il castrum.

ARCHITETTURA ROMANICA

La chiesa presenta un impianto a navata unica divisa in tre campate, delle quali la più occidentale è oggi adibita a presbiterio. Attualmente l’edificio svolge la funzione di chiesa cimiteriale, è privo di abside e ha l’ingresso sul fronte orientale; la lettura delle Visite Pastorali attesta, tuttavia, come in origine la chiesa fosse canonicamente orientata, con ingresso rivolto ad ovest, verso l’antica via che conduceva ai valichi alpini, e con l’abside semicircolare rivolta a est.
L’accesso all’edificio era garantito da due porte, entrambe archivoltate: la prima si apriva sul fronte occidentale, la seconda sul lato meridionale (A e B, in planimetria).

Le Visite Pastorali ci informano inoltre che la chiesa era illuminata da quattro monofore, collocate una in facciata e le altre sul fronte sud; queste oggi risultano completamente obliterate o tamponate.

Lo studio della muratura ha evidenziato tre fasi:
Fase I – metà XI secolo: a questa prima fase appartiene un tratto murario formato da tre corsi di pietre sbozzate di piccole dimensioni, che sporgono rispetto alla linea della muratura superiore e con un andamento leggermente disassato rispetto a quello della chiesa attuale. Questo tratto di muro è probabilmente pertinente all’edificio ecclesiastico citato dalla fonte del 1023.

Fase II – fine XI/inizio XII secolo: all’interno della chiesa, lungo il fianco settentrionale, è collocata un’apertura che dà accesso al corridoio che conduce alla torre campanaria: questa ha pianta quadrangolare ed è costruita su un alto basamento. Il campanile si eleva su quattro piani: il primo è caratterizzato solo dall’apertura di una semplice monofora, i successivi sono scanditi da frange continue di archetti pensili, sormontate da una fascia decorativa a dente di sega in laterizio. In età moderna vennero aggiunti la cella campanaria e il piccolo tiburio ottagonale. La muratura del campanile è realizzata soprattutto in pietra locale. Si nota l’uso di blocchi abbastanza grossi e meglio squadrati per i cantonali e la parte bassa.

I capitelli e le colonnine delle bifore sud e est presentano una decorazione scolpita: il capitello a stampella meridionale è decorato con un motivo a voluta cilindrica e in testata da un clipeo con un disegno floreale; quello orientale con una testina e un’aquila stilizzata. Per la tessitura muraria e le decorazioni scolpite, il campanile può essere datato tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo.

Fase III – secondo quarto XII secolo (1125-1150 ca.): la chiesa viene totalmente ricostruita e di questa seconda campagna costruttiva sono ancora ben visibili una parte della facciata, il perimetrale sud con le due monofore strombate e la fascia degli archetti pensili, i due ingressi ora murati (A e B). Il paramento murario è composto da blocchi di pietra squadrata provenienti da cave locali, associati a blocchi sbozzati disposti in corsi orizzontali non sempre regolari.

Tutto il perimetrale sud è decorato da una fascia di archetti pensili ricavati da singoli blocchi di serizzo. Le due monofore hanno fattura leggermente differente: quella posta nella campata più orientale ha gli stipiti costituiti dallo stesso paramento del muro della chiesa e archivolto ricavato da un unico concio in modo incerto; invece la monofora della campata centrale mostra un’esecuzione più elegante e ricercata. I caratteri architettonici orientano verso una datazione della ricostruzione nel secondo quarto del XII secolo (1125-1150). Confrontando i dati architettonici con le fonti scritte, e possibile ipotizzare che il restauro della chiesa sia stato patrocinato dai conti Da Castello.

Fotocopiano del perimetrale meridionale